In occasione del 60° anniversario dell’acquisto dei primi terreni agricoli, Fattorie Garofalo ha deciso in questo anniversario di piantare 1962 alberi, un albero per ogni anno di vita dell’azienda, con l’obiettivo di rafforzare la propria impronta ecosostenibile e di migliorare il contesto delle aziende agricole dove vengono allevate le bufale da latte, insieme ad altre essenze arbustive . A seguito di questa operazione verranno sequestrate più di 560 tonnellate di CO2 all’anno.
Il progetto è stato affidato all’agronomo paesaggista Roberto De Benedictis, incaricato di progettare l’opera di piantumazione di essenze arboree ed arbustive nelle sette aziende zootecniche del gruppo Fattorie Garofalo: “L’intervento è stato portato a termine nelle seguenti aziende della provincia di Caserta: Fattoria Collelepre in agro di Galluccio, Fattoria reale di Torcino in agro di Ciorlano, azienda Sant’Aniello in agro di Francolise, Fattoria Arianuova a Pignataro Maggiore, nonché allevamento Fattoria Apulia localizzata in agro di Cerignola e Zapponeta in provincia di Foggia – elenca il dott. De Benedictis, che spiega: “Il progetto ha puntato a conferire alle aziende agrozootecniche una forte valenza estetica, ornamentale e paesaggistica e la scelta delle essenze si è basata sulle specifiche caratteristiche microclimatiche, della natura dei suoli e dei contributi che si è inteso offrire alle aziende stesse”.
Così per l’azienda Collelepre, inserita in un contesto collinare simile alla Toscana, sono stati piantumati cipressi, ma a Sant’Aniello, dove c’era una preesistenza di pini domestici, pure sono stati inseriti i cipressi: “Ma in questo caso, il tema è quello dell’Appia Antica, il cui tracciato è adiacente all’azienda, e lì i Cipressi riprendono il tema simbolico classico dell’eternità cui sono legati per il loro portamento colonnare – dice De Benedictis. Ad Arianuova sono stati scelti gli allori per delle schermature, ma si sono rafforzate le preesistenze di Eucaliptus. A Fattoria Apulia si è invece lavorato molto con i platani “perché resistenti alla salinizzazione del suolo di quell’area marittima di Puglia – sottolinea l’agronomo De Benedictis. Ma interessanti tocchi di colore e profumi sono stati creati con la piantumazione di falso pepe, tamerici e ligustro, per adornare viali altrimenti spogli che sono invece diventati dei viali tematici, ciascuno dedicato ad un’essenza diversa.
In tema di sostenibilità giova ricordare che le aziende zootecniche del gruppo Fattorie Garofalo ben rappresentano l’azienda zootecnica media italiana, che di per sé è già neutrale rispetto all’impatto sul clima. Su tanto esiste uno studio effettuato dal professor Luigi Zicarelli in collaborazione con il dott. Roberto De Vivo pubblicato su Translational Animal Science, volume 5, numero 3, nel Luglio 2021 (https://academic.oup.com/tas/article/5/3/txab042/6159336).
“L’articolo di ricerca in questione valuta la quantità di CO2 prodotta dagli animali e quella equivalente derivante dal metano dell’attività ruminale, ma anche quella fissata nei vegetali utilizzati per l’alimentazione degli animali di allevamento – spiega De Vivo – che afferma: “Dall’elaborazione effettuata emerge che in Italia la CO2 fissata dai vegetali, prodotti sia in Italia sia all’estero, destinati all’alimentazione degli animali è superiore di circa il 10% rispetto a quella equivalente emessa dagli animali allevati e dalle attività zootecniche ad essi correlate.” Pertanto, secondo De Vivo “Ne deriva che, contrariamente a quanto sostenuto da molti media, gli animali di allevamento contribuiscono a ridurre la CO2 in atmosfera”.